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La storia del marchio Alfa Romeo

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di Sergio Chierici

Quando nel 1910 viene fondata l’Alfa, i dirigenti della società scelgono come Marchio due noti emblemi del capoluogo lombardo: la croce rossa dello stendardo comunale e il Biscione visconteo. Sono simboli distanti tra loro per significato e tradizione che si incontrano e diventano uno solo, dando così vita ad uno degli stemmi più famosi nel mondo automobilistico. Un Marchio destinato, salvo piccole modifiche, a restare immutato per oltre un secolo.

Il primo scudetto appartiene al periodo che va dal 1910 al 1915. Di forma circolare, è diviso in due parti: nella metà sinistra porta una croce rossa su fondo bianco; in quella destra, il serpente-drago dei Visconti che divora un nemico.

A separare le parole Alfa e Milano, due nodi Savoia. La croce ricorda il fregio del battaglione lombardo partito per la Prima Crociata nel 1095. A capo dell’esercito, diretto in Terra Santa, c’era Ottone Visconti, signore di Invorio e di Oleggio Castello, antenato di quei Visconti che, trecento anni più tardi, sarebbero diventati signori di Milano. Cinque anni dopo, al ritorno in patria dei crociati lombardi, la città adotta la stessa croce come insegna del comune, a riconoscimento del valore militare dimostrato in battaglia dai suoi cavalieri.

Più curiosa ancora la storia del Biscione. Il simbolo, che rinvia alla forza, alla sagacia e alla potenza, appartiene alla tradizione dei Longobardi, presso i quali il serpente in campo azzurro era considerato un portafortuna e utilizzato sulle bandiere di guerra. Nel 1295 Matteo Visconti – diventato signore di Milano – chiede agli scrittori di corte di creare una “saga dei Visconti” che nobiliti un passato non particolarmente brillante. La scelta cade sul retaggio longobardo e il serpente diventa l’emblema dello stemma trecentesco.

Per rafforzare ancora più il fantasioso legame tra la famiglia dei Visconti e l’antica popolazione, nasce la leggenda del longobardo Uberto, antenato di Matteo, che liberò le campagne circostanti uccidendo un terribile drago. A questo punto gli araldisti di corte creano il Biscione: il corpo è del serpente longobardo, la testa del drago.

Lo scudetto originale dell’Alfa Romeo subisce una prima modifica nel 1913, quando le lettere di ottone diventano bianche con contorno dorato e di maggior spessore. Inoltre i due nodi sabaudi vengono irrobustiti e il Biscione semplificato. Nel 1915 Nicola Romeo rileva la società e tre anni dopo, a conclusione del primo conflitto mondiale, alla parola ALFA (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) viene sostituita la dizione “Alfa Romeo”. Il marchio, quindi, resta invariato fino al 1925, quando – dopo la conquista del primo Campionato del mondo – ai simboli precedenti si aggiunge una corona d’alloro in metallo argentato che percorre l’intera circonferenza. Cambiano anche il colore del contorno, delle lettere e dei nodi, che diventano anch’essi argentati. Una curiosità: nel 1932 sulle vetture destinate alla Francia, appare l’insolita scritta “Alfa Romeo Paris”.

Nel 1946, con la proclamazione della Repubblica italiana, i due nodi sabaudi scompaiono dallo scudetto circolare, rimpiazzati da linee ondulate. Dal 1946 al 1950, inoltre, alcuni modelli hanno un Marchio con nuova veste grafica e scritte e figure in rilievo su fondo rosso.

Bisognerà attendere il 1971, quando viene inaugurato lo stabilimento di Pomigliano d’Arco (Napoli), per vedere l’ultima modifica. Lo scudetto prende uno stile più moderno, il disegno del Biscione diviene fortemente stilizzato e scompare il trattino fra Alfa e Romeo. Inoltre, la perdita del carattere esclusivamente lombardo della marca, suggerisce in questa occasione l’abolizione della parola “Milano”.

*virtualcar.it

  

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