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Diana Ceriani

Diana Ceriani (25)

Mio padre ricorda situazioni e personaggi con cui ha vissuto o che gli sono stati raccontati dai suoi nonni. Tutto ciò riscrive i periodi storici inserendoli nella realtà nostra di una vita comune. Verso il 1870, anno più anno meno, il mio “quadrisavolo” di cognome Bianchi (padre della nonna di mio padre) si trasferì dal Piemonte dopo una carriera nell’esercito che gli fruttò 5 vacche. Con queste 5 vacche sfilò lentamente in S. Ambrogio per raggiungere, insieme alla famiglia, una fattoria dismessa tra S. Ambrogio e il Sacro Monte che aveva da poco acquistato. Ammirate ed anche un po’ invidiose per la ricchezza che ostentava, (avere 5 vacche non era da tutti), le genti del luogo ebbero subito rispetto per quella figura che veniva da “lontano”. La fattoria si trasformò con varie migliorie in una accogliente e piacevole casetta, così, al mio antenato, affibbiarono il soprannome di “Caseta”. Il Caseta…
Anche se non li conosci. Anche se non sai nulla di loro. Anche se gli anni hanno solcato il loro viso e intaccato l’aspetto, c’è qualcosa che rende gli artisti irresistibili, riconoscibili fra tanti, unici. Saranno quegli occhi sempre colmi di vita e brillanti di emozioni creative, saranno le esperienze nel sociale o il desiderio e la necessità di non smettere fino all’ultimo respiro di dare qualcosa agli altri. Conobbi Iva a fine ottobre. Si vedeva che era speciale. Ma non sapevo il perché. Le parlai spesso in quel mese e mezzo che la vidi. Anche se ciò che diceva non era sempre possibile, i discorsi erano perfettamente intonati, come se la sua voce fosse servita in passato per dire qualcosa di importante alla folla. Un quadro in un angolo prendeva forma senza clamore. Si accorse mia figlia, 11 anni (i giovani percepiscono e riconoscono a pelle chi ha dedicato…
Il freddo comincia a farsi sentire, nelle ossa e nel cuore. Sta terminando un altro Anno e ci si avvicina inevitabilmente al Natale. Questa festa creata recentemente luminosa ed esteticamente bella. “Sbarlüsenta”, come diciamo noi; è questa la parola che rappresenta un evidente benessere economico e sociale, malgrado la crisi, malgrado la guerra ed il terrorismo. Pacchetti regalo contenenti desideri di oggetti elettronici o simili, che sembrano quasi indispensabili per la felicità. Si vuole comunicare con smartphone, computer, tablet, perché forse, pare, sia l’unica maniera rimasta per comunicare. In questo marasma luminoso di fine Anno, si tirano le somme. Per qualcuno può essere stato un Anno semplice, per qualcun altro magico, per altri quasi monotono, per altri ancora nostalgico, per qualcuno persino tragico. Ma io credo che solo in un caso si potrebbe definire disperato: se non si è riusciti ad avere il calore di una famiglia. Famiglia non necessariamente…
Oggi, 17 Giugno 1975, con l’approssimarsi dell’Estate di 40 Anni fa, con la neve nel cuore e il suo luccichio che brilla nella mente, comincia a scivolare in equilibrio perfetto lo Sci Nordico Varese. Una società sportiva che si basa sull’amicizia, sull’insegnamento che solo uno sport duro come lo Sci di Fondo può dare, con quella fatica allegra all’aria frizzante delle prime nevi, che riempiono il cuore di festa, con quel senso di libertà che da il rumore dello sci che vola su strati bianchi di gioia e quel profumo di sciolina tra le mani che fa sentire a proprio agio e prepara la mente a rilassarsi su sensazioni uniche. Per poter prepararsi ad essere tuttuno con lo sci al momento opportuno, ci vuole una preparazione atletica mirata, anche durante i mesi senza neve. Per poter far maturare un’amicizia sincera che aiuta a spingere sugli sci in salita con un…
Chissà perché, quando si apre un libro che parla di un luogo, una delle prime immagini che si presentano è la Chiesa con il suo campanile.Forse perché la Chiesa per un piccolo paese è il fulcro della comunità, e lo è da secoli. Affrescare una chiesa è come dare una forma, un colore ed un significato a ciò che in quel luogo si ama, all’edificio aggregante per eccellenza. Affrescare una chiesa è come parlare con Dio. Rendergli omaggio con un grande lavoro svolto con pazienza ed amore infiniti. Si entra in una Chiesa e per istinto, si alza lo sguardo a volte affrescate secoli fa. Altri affreschi parlano di periodi storici all’insegna della devozione e dell’arte sublime. Quella che eleva l’Anima al Cielo. E dal Cielo forse, un grande uomo ed artista, si sentirà ricordato ed amato più che mai in occasione del trecentesimo della sua nascita. Giovanni Battista Ronchelli…
Incöö l’è Venerdì Sant / Un di impurtant / Ur di de ra pasiun dul Signur / Un di in dua ra gent / La duaria fa tanti ragiunament / Anca sa te credat mia / Se te vet mai in Gesa / Ma dumà a fa la spesa / Ööv de ciuculatt / Colomba dulza / Par ur dì de ra festa, / rigördas / che prima de ur di de la festa / in du ra vita de tücc / ga vör la pasiun / ga vör la suferensa / sa dev desiderà ur pan / intant ca te ghet fam / sa dev purtà la Cruz / e sufrì sotvuus / la cruz de tücc i dì / par tücc diversa / ma la fa sempar patì. / Anca sa te set mia vün de Gesa / Intant ca te vet a fa la spesa / Pensa…
Passeggiata nei prati con la mia "bimba" (ormai ragazzina) e le mia cagnoline felici. Il primo ciliegio in fiore ha fatto spettacolo e poco più in alto la nostra parete nord del Campo dei Fiori ancora innevata. Due macchie di colore bianco che sembra si scambino lo scettro stagionale. A mano a mano che i fiori di ciliegio e i germogli di sambuco si espandono tra i rami fitti, il bianco dell'inverno si scioglie, lasciando il posto ad un allegro cinguettare di uccellini indaffarati con rametti ed erba secca stretti nel becco e pronti a tessere il capolavoro del nido e della rinascita. Mi sono accostata al primo ciliegio in fiore, alcuni rami sono stati spezzati dall'ultima pesante nevicata. Mi sono fatta riparare da quei rami colmi e, alzando lo sguardo, ho sentito davvero il senso della primavera. Quel senso di appartenenza ai cambiamenti naturali. Così, guardando il cielo tra…
Eccoci quasi in primavera. Cunt ur giazz che sa smola, è arrivato il momento di preparare il terreno per la coltivazione. Sappiamo che il miglior nutrimento è la “biascia”, sana e profumata, si spantega abbondantemente su prati e campi dando il primo segnale olfattivo e visivo del tepore imminente. Oltre al nutrimento la terra ha bisogno anche di essere disinfettata. Così sa “scerniss la scendra” (si sceglie la cenere) e si spantega anch’essa sui campi. Potente disinfettante naturale è la cenere di legno, scarto di un lungo inverno vissuto davanti al focolare. E’ un peccato buttarla via e non adoperarla per tale scopo. Però la “scendra” ha altri utilizzi altrettanto nobili: pulire i vetri, lavare i panni ad esempio. Per fare il classico sapone casalingo ci vogliono gli scarti di grasso e ossa del maiale uniti alla soda caustica.  E' di certo un lavoro "pericoloso" e complicato. Per questo preferisco…
Premessa ed introduzione: “Come dici tu ci sarebbe una marea di cose da scrivere sul nonno, ha fondato anche il teatro sociale di Varese, attore, regista e scenografo, pensa che un suo allievo è stato Enrico Maria Salerno....” Queste sono le parole scritte a commento di questo articolo da Maria Talamoni, la nipote di Giuseppe, cui ho fatto leggere in anteprima questa dedica per avere un suo parere. Anche le foto me le ha date lei da allegare all’articolo. Per questo la ringrazio infinitamente. Il tempo non ci ha fatti incontrare personalmente. Siamo stati destinati a vivere due periodi storici differenti. Ma lo considero un amico. Avrei tanto voluto guardarlo negli occhi, ascoltare la sua voce che esprimeva pensieri a me affini, percepire nell’aria la sua grande creatività proprio appena prima di concretizzare ciò che poi sarebbe diventato storia e culto. C’è chi avrebbe voluto conoscere Marilyn Monroe, chi Elvis…
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