Claudio for Expo

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Frontiera

Frontiera (270)

Il governo svizzero ha presentato il piano per porre limiti all'immigrazione di cittadini di Paesi Ue dal 9 febbraio 2017 per dare seguito al risultato del referendum di due anni fa con cui gli svizzeri hanno votato contro l'immigrazione di massa. In particolare, il governo propone di fissare ogni anno un limite al numero di cittadini Ue che possono andare a vivere e lavorare in Svizzera. Oltre scatterà una sorta di clausola di salvaguardia unilaterale con quote vincolanti anche per i frontalieri. Il referendum del 2014 a favore dell’introduzione di contingenti annuali di stranieri, anche per quelli provenienti dalla Ue, dava tre anni di tempo al governo per attuarlo. Si tratta però di un Piano B perché non scatterà se nel frattempo interviene un’intesa tra Svizzera e Ue. «Un accordo con l’Unione è la migliore soluzione per noi» ha sottolineato il ministro della Giustizia Simonetta Sommaruga, che tuttavia ha spiegato…
Con l’entrata di Regione Lombardia nella Regio Insubrica si avrà, da quest’anno, un nuovo slancio e uno strumento efficace di lavoro su tanti tavoli dedicati ai temi transfrontalieri, temi a volte spinosi ma ai quali cercheremo di dare una soluzione." Lo ha detto l'assessore di Regione Lombardia al Post Expo e alla Città Metropolitana, con delega alla Regio Insubrica, Francesca Brianza, a margine dell'incontro del Presidente Roberto Maroni, presente anche l'assessore alle Culture, Identità e Autonomie Cristina Cappellini, con una delegazione della Repubblica e Cantone Ticino, guidata dal Presidente del Consiglio di Stato e Direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi. "Per quanto riguarda il cosiddetto “albo dei padroncini”, previsto dalla nuova normativa del Canton Ticino sulle imprese artigiane, crediamo-precisa l’assessore- che la Regio Insubrica possa essere la sede giusta per capire quali saranno le vere conseguenze sui nostri lavoratori e, se sarà necessario, apportare dei correttivi. Nessuno vuole applicare…
Quando ha ricevuto un'allettante offerta di lavoro da Zurigo, in un primo tempo Alberto non ci ha dato tanto peso. Ma, poi, riflettendoci, un pensierino al cambiamento di vita lo ha fatto. Perché già dal 2020 il modo di viaggiare in treno in Svizzera cambierà. E cambierà sostanzialmente. L'entrata in funzione a pieno regime di  Alptransit da Erstfeld a Sud del Ceneri trasformerà in un certo senso i collegamenti tra Nord e Sud in una sorta di grande metropolitana alpina. Poter andare da Lugano a Zurigo in meno di due ore sarà una realtà consolidata e anche all'interno del canton Ticino la velocità di spostamento aumenterà di circa il 50%, collegando, ad esempio, Lugano e Locarno in 30 minuti o Chiasso e Bellinzona in 37 minuti. Creando nuove abitudini e nuove opportunità, abitative e professionali. Dall'analisi promossa a partire dal 2004 dall'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (Are) a proposito dello…
Si alza l’asticella del confronto tra frontalieri e politica ed istituzioni. E’ passato neanche un mese dal frontaday di Ponte Tresa, la mobilitazione che ha dato ufficialmente la stura alla protesta degli oltre 62.000 lavoratori italiani che ogni giorno si recano in Ticino per lavorare, che già si registra il primo salto di qualità ovvero la costituzione della Associazione Frontalieri Ticino avvenuta infatti pochi giorni fa. Facebook, i social e il network delle relazioni non bastano più, l’interlocuzione con le parti coinvolte nel problema deve avvenire su basi più strutturate e formali con relativa assunzione di maggiore responsabilità da parte di chi ha maggiormente preso a cuore le ragioni della protesta e se ne è fatto portavoce. A cominciare appunto da Graziano Storari che senza mezzi termini dichiara “Chiunque vorrà i nostri voti dovrà passare sotto le nostre forche caudine”. Già! i voti. Perché la questione frontalieri incrocia le prossime…
Tra le professione legate a doppio filo al settore finanziario quella del cambiavaluta è forse la più ciclica. Ovvero, se la piazza finanziaria cresce, il cambiavaluta fa buoni affari, viceversa se la congiuntura della piazza finanziaria è negativa, questi ultimi soffrono. Ultimamente però non sembrava cosi, i frontalieri con le loro operazioni di cambio hanno in qualche modo tenuto a galla questo spicchio del settore finanziario, ma le previsioni per il futuro sono fosche. Insomma, tra crisi del settore, legislazione via via più stringente, scudi fiscali e ora la voluntary disclosure, i cambiavaluta rischiano l’estinzione. Pubblichiamo per approfondire l’argomento un editoriale a firma Mauro Spignesi e l’analisi dell’avvocato Paolo Bernasconi, pubblicata su Il Caffè di domenica 21 febbraio 2016 (n.d.r.). C’è chi parla del 10 e chi addirittura del 30 per cento in meno. Ma al di là dei numeri, nei 140 uffici di cambio ticinesi regna il pessimismo. Più marcato nelle…
"Regione Lombardia si è limitata a diffondere una circolare datata maggio 2015 del Ministero della Sanità. Circolare che è stata poi applicata in modo differente dalle varie Asl lombarde creando tensione e preoccupazioni tra i frontalieri che si sono visti applicare un ulteriore iniquo balzello". Lo dichiara l'assessore al Post Expo e Città Metropolitana della Regione Lombardia e delegata per la Regio Insubrica Francesca Brianza, replicando a una dichiarazione di esponenti della minoranza che accusava la Regione di essere responsabile della nuova tassa. "Quello che si vuole - rimarca l'assessore Brianza - è solamente fare chiarezza per rispetto dei lavoratori frontalieri". "È necessaria - prosegue - una netta presa di posizione da parte del Governo, presa di posizione che è stata chiesta anche dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in una lettera inviata al Ministro della Sanità lo scorso 8 febbraio". "Ora - continua - è intervenuto anche il…
Con l’entrata in vigore del nuovo trattato fiscale fra Svizzera e Italia, cambia la tassazione dei lavoratori frontalieri. Nella Confederazione resterà il il 70 per cento delle loro imposte, mentre Roma si prenderà il 30 per cento. Oggi questi lavoratori sono soggetti, secondo l’accordo del 1974, a una tassazione esclusivamente svizzera. Una tassazione estremamente bassa rispetto a quella italiana (per un reddito lordo di 80.000 franchi, nel caso di un contribuente con 2 bambini, si pagano 1’760 franchi, in Italia se ne pagherebbero 27’570). Il nuovo trattato fiscale eliminerà i vantaggi fiscali per i lavoratori frontalieri. Quando sarà operativa la nuova normativa, i frontalieri in Italia pagheranno 25’810 franchi in più di quanto pagano ora. A questo cambiamento, probabilmente, si è giunti non tanto per pressioni dell’Italia, ma dopo le richieste della Svizzera e del Ticino. Detto questo, bisogna aggiungere che anche se non esistono studi (sarebbe utile se la…
La querelle frontalieri assume via via un taglio sempre più politico. Ed è un pò quello che il famoso Frontaday di fine gennaio si aspettava.  C'è stato troppo silenzio e disinteresse da parte si tutti in passato su quello che stava concretizzandosi a scapito di 60.000 lavoratori in balia di accordi altamente penalizzanti. Ora la sveglia è stata suonata e soprattutto dal fronte della Lega Nord arrivano le posizioni più dure e perentorie. Giustamente la prima mossa è sempre quella di marcare il territorio, di capire le responsabilità e di vedere dove e se è possibile rimediare. Si spera a breve di vedere una road map concretamente operativa, al di là degli slogan che sono assolutamente condivisibili, della propaganda e delle ragioni della politica. "Il Governo si è accorto tardivamente dei frontalieri, dopo averli ignorati per anni e al solo scopo di spremerli", dichiara infatti Francesca Brianza, assessore regionale al Post Expo e Città…
Nella settimana in cui ha tenuto banco la questione dei frontalieri e dell'accordo fiscale italo-svizzero si è parlato molto e non sempre a proposito di industria e del suo futuro in Ticino. Tra crisi, franco forte che penalizza l'export, scarsità di territorio disponibile per nuovi insediamenti industriali e querelle frontalieri che preoccupa non poco chi progetta investimenti nel cantone, qualcuno, come noi, ha stigmatizzato anche il fenomeno del reshoring. ossia del rientro di attività industriali e commerciali in Italia, soprattutto in Lombardia ovviamente. Una tendenza ancora limitata nei numeri, ma che avrà sicuramente una crescita numerica nell'immediato futuro. Uno dei settori che prima degli altri sarà interessato dal rientro è quello della moda, la fashion valley ticinese ubicata principalmente nel mendrisiotto. Le prime avvisaglie già si vedono, con Armani che ridimensionerà grandemente o addirittura chiuderà la swiss branch in loco e probabilmente a breve seguirà Prada. Per non parlare di Hugo Boss in cura dimagrante…
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