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Identità

Identità (67)

Presso le dighe del Panperduto, in comune di Somma Lombardo (VA), a partire dal 6 marzo 2016 saranno aperti al pubblico l’Ostello e il Museo e delle Acque Italo-Svizzere con i relativi servizi ricettivi. Finanziato nell’ambito del Progetto Idrotour e del programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Svizzera, il Museo delle Acque Italo-Svizzere nasce con l’obiettivo di illustrare l’origine, la storia e la complessità strutturale e funzionale del bacino idraulico italo-svizzero del Ticino. Frutto del recupero e della rifunzionalizzazione di un edificio un tempo destinato alle attrezzature per la manutenzione, è stato progettato secondo elevati standard di risparmio energetico e sostenibilità ambientale. Posto al centro dell’isola artificiale di Confurto, una lingua di terra tra il fiume Ticino e il bacino di calma di Panperduto, è pensato come un “ecomuseo”, uno spazio immerso completamente nel verde, inserito in un itinerario navigabile. L’attivazione di un percorso navigabile nel bacino di calma delle Dighe…
Il “Ducale” visconteo-sforzesco è uno degli esiti araldici europei più belli: le sue valenze estetiche e cromatiche sono determinate dall’accostamento dell’Aquila nera del Sacro Romano Impero di Nazione Germanica, su fondo oro, con l’azzurro della “Vipera” dei Visconti, primi signori di Milano, su fondo argenteo. Carlo Maspoli, araldista e curatore dell’edizione del Codice trivulziano, nel volume lo definisce «un bellissimo e artistico connubio dell’immaginario dell’araldica italiana con quello austero della dignità imperiale germanica». Estetica a parte, è il significato storico di tale emblema a doverci interessare. Nato nel 1395 in seguito all’elevazione al soglio ducale di Gian Galeazzo Visconti, il celebre “inquartato” divenne la bandiera ufficiale del Ducato milanese, sventolando in tutti i suoi dominî e diventando oggetto di una così vasta diffusione che ancor oggi ne sopravvivono numerosissime rappresentazioni in castelli, palazzi storici, piazze dei nostri borghi. Anche dopo l’estinzione della casata con il nono e ultimo duca, Francesco…
I mulini ad acqua sul fiume Olona sono degli edifici destinati all'attività molinatoria disseminati lungo le rive del suddetto corso d'acqua. Rappresentano l'icona della prima industrializzazione di quella parte dell'Insubria ubicata tra le Prealpi varesine e Milano. Fanno indiscutibilmente parte del patrimonio identitario della vallata che da Varese giunge sino alle porte di Milano. Con il passare dei secoli, il loro numero è progressivamente diminuito, e solo una piccola parte è giunta sino al XXI secolo. L'attività molinatoria conobbe il suo apice di sviluppo nel XVII secolo con la presenza, lungo le rive del fiume, di circa un centinaio di mulini. In seguito, dal XVIII al XIX secolo, ci fu una fase di declino, che terminò appena dopo la seconda guerra mondiale, quando i mulini attivi ancora presenti sulle rive del fiume erano ormai solo una decina. Storia dei mulini Le origini dei mulini lungo l'Olona Fin dal Medio Evo,…
Alzi la mano, chi, oggi quarantenne o più, non è entrato almeno una volta nella vita nello sferisterio di via Palermo a Milano, nel modaiolo quartiere di Brera! Il regno della pelota basca ovvero la varietà più diffusa la Jaialai. Credo che di mani alzate ne vedrei poche. Era un locale e un ambiente cult in ogni senso. Per le persone che lo frequentavano, per l’atmosfera esotica, per quel sentore di sordido che non manca mai nei locali dove si scommette. Sembrava un set di un film poliziottesco anno 70 oppure il classico locale in cui ti potevi aspettare da una momento all’altro l’irruzione di Bud Spencer per mettere ordine tra un’infinità di fauna border line. Frequentazioni ai tempi dell’università nel mio caso e poi qualche altra rara volta in seguito. Andavo al bar e guardavo le partite. Passatempi di una Milano in cui non infuriava ancora la tendenza dell’happy hour,…
La storia della navigazione sul Lago Maggiore inizia nel lontano 1825 con l’“Impresa Lombardo-Sardo-Ticinese”. In questa fase pionieristica il primo piroscafo costruito fu il “Verbano 1”, varato nel 1826. Un’altra società che operava nel Lago Maggiore in questa prima fase storica era il "Lloyd Austriaco", che navigava dal 1853. A quell’’epoca l’“Impresa Lombardo-Sardo-Ticinese” aveva già venduto tutti i piroscafi al governo del Regno di Sardegna. Durante la seconda guerra di indipendenza i piroscafi vennero armati per ragioni difensive e vi furono anche scontri. Il "Lloyd Austriaco", che nel frattempo era fallito, vendette i suoi tre bastimenti al governo svizzero che li cedette a sua volta al governo sardo. Nel 1867 fino al 1909 la proprietà dei battelli fu della "Innocente Mangilli" di Milano. Al tempo della belle époque mise in servizio 8 grandi battelli salone a ruote e 5 a elica. Durante la prima guerra mondiale i battelli vennero gestiti dal governo…
Il 7 dicembre è la festività del santo Patrono di Milano Ambrogio e quest’anno lo ricordiamo con una riflessione che prende origine dalla visita a Milano, nel 2012, di Papa Benedetto XVI. Ratzinger ha parlato ai politici degli insegnamenti del santo Patrono: laicità, giustizia, amore per la libertà. Ma da dove nasce un pensiero che era all'avanguardia già nel IV secolo, ed oggi è ancora così attuale? di Luca Fiore* Era un uomo di grande coraggio. E, se era necessario, non guardava in faccia a nessuno. Neanche all’imperatore. Al quale, pur nel rispetto che gli si doveva, sapeva dire di no. Come quella volta che fermò Teodosio davanti all’entrata della chiesa chiedendogli il pentimento per le sue mancanze di cristiano. Non è un caso che Benedetto XVI, nel suo incontro a Milano con le autorità civili, abbia citato proprio sant’Ambrogio e il suo insegnamento sul buon governo. Che non può…
La battaglia di Marignano (ora Melegnano) si combatté il 13-14 settembre 1515 e vide contrapporsi l’esercito svizzero (composto da 20mila soldati) a quello francese alleato a Venezia (31mila soldati). In due giorni perirono 20mila uomini, 14mila in campo svizzero, 6mila in quello franco-veneto. Fu anche definita la battaglia dei giganti. Facciamo un passo indietro per capire come si arrivò a questo scontro. Alla fine del Quattrocento gli Stati che componevano l’Italia erano divisi e indeboliti da aspre rivalità. Le loro ricchezze, gli importanti tesori d’arte, l’abbondante produzione di cereali, la  posizione chiave nel Mediterraneo li resero una preda ambita per le grandi monarchie europee. Nelle controversie gli Svizzeri si fecero coinvolgere alleandosi ora con gli uni, ora con gli altri, allettati dalla prospettiva di ottenere terre e facili guadagni. Ormai gli Svizzeri rappresentavano una potenza militare invincibile e i sovrani di tutta Europa facevano a gara per averli al loro servizio:…
Esiste una "cultura del lago"? Sul piano antropologico non c'è dubbio, intendendo per cultura la maniera di lavorare e di vivere nell'ambiente lacustre, pressoché immutata lungo i secoli e segnata da consuetudini che hanno finito per modellare l'identità dei rivieraschi. E nel lago di Varese, interessato da un insediamento palafitticolo fra i maggiori d'Europa, la pesca è stata sempre l'attività dominante, dalle tecniche di cattura al commercio del pescato. Per mantenere il pesce in buone condizioni di commestibilità si è fatto ricorso a vari espedienti, fra i quali il freddo e l'acqua; a Cazzago a entrambi. Ne riferisco insieme a un'altra operazione (la tintura delle reti), che sul piano "culturale" è per certi aspetti analoga. Al pórt c'è ancora la cà dur lägh (casa del lago): un deposito per le reti e per gli attrezzi e un ricovero per i pescatori, adibito un tempo anche a lazzaretto (per esempio, nell'epidemia…
«…convinci il mondo che non stai spodestando un parente rivale, bensì liberando la cristianità da una piaga. Da usurpatore diventerai messia…» Secondo la tradizione, Gian Galeazzo Visconti decise di fondare il Duomo di Milano dopo aver sognato il Diavolo. La leggenda, però, non chiarisce quale demonio gli si sia presentato in sogno per tormentarlo al punto da spingerlo a esorcizzarlo attraverso l’edificazione della più famosa e maestosa cattedrale del mondo. È andato da sé, dunque, che a turbare i sonni del futuro duca di Lombardia sia stato Belzebù. Ma se, invece, non fosse stato Satana, re degli inferi, a terrorizzare il sovrano? Se fosse stato, ad esempio, il suo più acerrimo nemico? Ovvero, Bernabò Visconti. Il fratello di suo padre Galeazzo II, che, esattamente un anno prima dell’inizio della costruzione del Duomo (il 6 maggio 1385), lo stesso Gian Galeazzo aveva fatto arrestare, con un tranello in piena regola, e rinchiudere…
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