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Il Lombardo occidentale dal Gottardo al Po

Scritto da  Redazione

La lingua lombardo occidentale, di cui il milanese (o meneghino) è la variante più diffusa, è la lingua locale parlata nella parte occidentale della Lombardia, nel Novarese, nel VCO, nella val Chiavenna e nel Canton Ticino, ed è pertanto diffusa su un territorio coincidente con quello insubre. Il lombardo occidentale mantiene una certa omogeneità in tutte le zone in cui è parlato, anche se le varianti locali non mancano di notevoli specificità e sono spesso contaminate dalle parlate emiliane e piemontesi nelle zone di confine con queste Regioni, dalle lingue reto-romanze e dal lombardo orientale (la lingua locale parlata a est del fiume Adda) nelle zone alpine nord orientali del territorio insubre.

Tuttavia, malgrado la sua ampia diffusione, la lingua lombarda occidentale non è riconosciuta come lingua minoritaria nè dalla Stato italiano nè dalla Unione europea, sebbene abbia tutte le caratteristiche richieste per rientrare tra gli idiomi tutelati dalla Carta europea per le lingue regionali o minoritarie e sia classificata dall'Unesco come lingua in pericolo di estinzione.

Anche da questa mancanza di tutela da parte delle istituzioni dipende la diffusa ma errata convinzione che la lingua lombarda occidentale sia solo un dialetto della lingua italiana, quando invece, appartenendo al gruppo delle lingue gallo-italiche, essa è per molti aspetti più imparentata a lingue come il catalano, il romancio, il franco-provenzale e lo stesso francese di quanto non lo sia con l'italiano.

La situazione è decisamente migliore in Svizzera, dove l'idioma locale, pur non essendo una lingua ufficiale della Confederazione, è tutelato e viene costantemente monitorato e valorizzato dal Centro di Dialettologia e di Etnografia di Bellinzona.

A differenza di quanto avvenuto per altre lingue locali europee, come il basco, il bretone o il catalano, la grafia della lingua lombarda occidentale non è mai stata formalmente uniformata. La tendenza più diffusa è quella di usare la cosiddetta grafia classica, già utilizzata nella letteratura milanese dal XVI secolo e, in particolare, dal sommo poeta meneghino Carlo Porta all'inizio dell'Ottocento.

Completamente diversa è invece la situazione in Canton Ticino, dove la grafia comunemente utilizzata fa uso di un alfabeto simile a quello tedesco e in particolare delle vocali accentate con la dieresi, o e u, , non presenti nella grafia milanese classica.

*(liberamente tratto da "Tra Lombardia, Piemonte e Svizzera. L'Insubria senza confine", edito da Terra Insubre)

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